con
Min 18 anni 🎂 Max 30 anni
2 posti disponibili
Cosa faremo?
Per questa avventura abbiamo scelto
la Riserva Naturale dello Zompo lo Schioppo dei monti Ernici, situata nel territorio del comune di Morino in provincia dell’Aquila, per le peculiari caratteristiche naturalistiche, storico-artistiche e geologiche.
Il percorso non presenta particolari difficoltà tecniche, con una lunghezza di 10 chilometri e un dislivello di circa 700 metri (si parte da 670 mt per toccare i 1.250 al rifugio Tassiti) si snoda lungo i corsi d’acqua, anche se il torrente lo Schioppo è secco e di conseguenza la cascata, sempre all’ombra di meravigliosi faggi, tocca prima il Pertugio e poi l’eremo della Madonna del Cauto per raggiungere il rifugio Tassiti e chiudere l’anello con il rientro al punto di partenza.
La terminologia Zompo lo Schioppo, per quanto appurato, si riferisce alla cascata che con un salto (zompo) superiore ai 60 metri si butta nella vallata provocando un caratteristico frastuono (schioppo).
Lasciata l’auto nei pressi del campeggio lo Schioppo, ci siamo incamminati lungo il sentiero intitolato ad Alessando Pallocca (Way: 3) che una volta attraversata l’area attrezzata con barbecue e giochi per bambini, inizia a salire dolcemente e, dopo qualche chilometro, diventa più sostenuto, ma mai impegnativo fino a raggiungere un rio di limpide e fresche acque che genera delle graziose cascatelle (Way: 8). Successivamente il paesaggio morfologico cambia e dei punti panoramici ci permettono di ammirare l’intera vallata, il buco del Cauto (caratteristico tunnel naturale che permette il passaggio di sentieri) e il borgo di Morino (rispettivamente Way: 10 e 11).
"L’eremo della Madonna del Cauto è conosciuto anche come eremo di Santa Maria del Pertuso. Denominazioni derivanti da termini dialettali che mettono in evidenza la morfologia della zona. L’accesso alla meta dell’escursione avviene attraversando una stretta gola (pertuso) ed una cavità (caùto) naturale. Del romitaggio, situato a quota 1173 mt, si hanno notizie dal XII secolo d.c.. Abitato prima da monaci benedettini, è stato preso in “custodia” nel 1181 da monaci cistercensi dell’abbazia di Casamari. Costruito in pietra grezza, l’edificio è composto da una cappella ed una cripta con scopo abitativo. Sul fondo della chiesa sono visibili degli affreschi, restaurati nel 1990 da Pietro Della Nave, con episodi della vita di Santa Caterina d’Alessandria. Nella chiesetta un arco a tutto sesto sostiene la balconata d’ingresso. Tratto da Appennino.tv"
L’eremo è visitabile; anche se la porta è chiusa, si apre facilmente spostando l’asta in legno e all’uscita si deve richiudere. Si può sostare per un attimo di raccoglimento, ammirare gli affreschi del 1100 e lasciare una testimonianza del passaggio firmando il registro.
Il paesaggio è caratterizzato da una vegetazione come: pioppo, faggio, carpino, orniello, acero, cerri, rosa canina etc. Tra le specie animali, la fortuna ha voluto che un piccolo scoiattolo nero, al nostro passaggio, abbia deciso di arrampicarsi molto velocemente e con agilità su di un faggio, subito “catturato” dalla macchina fotografica (Way; 14) .
"Ma è in cima ai rilievi montuosi, su pareti assolate e a strapiombo, che origina la scenografica cascata naturale di Zompo lo Schioppo, da cui la riserva prende il nome. Si tratta di una delle rare sorgenti carsiche intermittenti dell’Appennino che, sgorgando da una parete verticale, dà vita a una cascata di oltre 130 metri attiva in primavera, quando la falda acquifera contenuta in un sistema di cavità ancora sconosciute s’innalza con lo scioglimento delle nevi in quota. L’acqua, in effetti, è uno degli elementi che più caratterizza la riserva tutta: scorre dentro la montagna, s’insinua in pozzi e doline, si spinge tra le rocce calcaree, riempie grotte per poi riaffiorare in copiose sorgenti. Tratto da Appennino.tv".
IL parco naturalistico dello Zompo lo Schioppo è visitabile durante tutto l’anno, ma certamente in primavera è spettacolare quando l’omonima cascata è nel pieno della magnificenza e con il fragore che sprigiona l’acqua all’impatto al suolo.
la Riserva Naturale dello Zompo lo Schioppo dei monti Ernici, situata nel territorio del comune di Morino in provincia dell’Aquila, per le peculiari caratteristiche naturalistiche, storico-artistiche e geologiche.
Il percorso non presenta particolari difficoltà tecniche, con una lunghezza di 10 chilometri e un dislivello di circa 700 metri (si parte da 670 mt per toccare i 1.250 al rifugio Tassiti) si snoda lungo i corsi d’acqua, anche se il torrente lo Schioppo è secco e di conseguenza la cascata, sempre all’ombra di meravigliosi faggi, tocca prima il Pertugio e poi l’eremo della Madonna del Cauto per raggiungere il rifugio Tassiti e chiudere l’anello con il rientro al punto di partenza.
La terminologia Zompo lo Schioppo, per quanto appurato, si riferisce alla cascata che con un salto (zompo) superiore ai 60 metri si butta nella vallata provocando un caratteristico frastuono (schioppo).
Lasciata l’auto nei pressi del campeggio lo Schioppo, ci siamo incamminati lungo il sentiero intitolato ad Alessando Pallocca (Way: 3) che una volta attraversata l’area attrezzata con barbecue e giochi per bambini, inizia a salire dolcemente e, dopo qualche chilometro, diventa più sostenuto, ma mai impegnativo fino a raggiungere un rio di limpide e fresche acque che genera delle graziose cascatelle (Way: 8). Successivamente il paesaggio morfologico cambia e dei punti panoramici ci permettono di ammirare l’intera vallata, il buco del Cauto (caratteristico tunnel naturale che permette il passaggio di sentieri) e il borgo di Morino (rispettivamente Way: 10 e 11).
"L’eremo della Madonna del Cauto è conosciuto anche come eremo di Santa Maria del Pertuso. Denominazioni derivanti da termini dialettali che mettono in evidenza la morfologia della zona. L’accesso alla meta dell’escursione avviene attraversando una stretta gola (pertuso) ed una cavità (caùto) naturale. Del romitaggio, situato a quota 1173 mt, si hanno notizie dal XII secolo d.c.. Abitato prima da monaci benedettini, è stato preso in “custodia” nel 1181 da monaci cistercensi dell’abbazia di Casamari. Costruito in pietra grezza, l’edificio è composto da una cappella ed una cripta con scopo abitativo. Sul fondo della chiesa sono visibili degli affreschi, restaurati nel 1990 da Pietro Della Nave, con episodi della vita di Santa Caterina d’Alessandria. Nella chiesetta un arco a tutto sesto sostiene la balconata d’ingresso. Tratto da Appennino.tv"
L’eremo è visitabile; anche se la porta è chiusa, si apre facilmente spostando l’asta in legno e all’uscita si deve richiudere. Si può sostare per un attimo di raccoglimento, ammirare gli affreschi del 1100 e lasciare una testimonianza del passaggio firmando il registro.
Il paesaggio è caratterizzato da una vegetazione come: pioppo, faggio, carpino, orniello, acero, cerri, rosa canina etc. Tra le specie animali, la fortuna ha voluto che un piccolo scoiattolo nero, al nostro passaggio, abbia deciso di arrampicarsi molto velocemente e con agilità su di un faggio, subito “catturato” dalla macchina fotografica (Way; 14) .
"Ma è in cima ai rilievi montuosi, su pareti assolate e a strapiombo, che origina la scenografica cascata naturale di Zompo lo Schioppo, da cui la riserva prende il nome. Si tratta di una delle rare sorgenti carsiche intermittenti dell’Appennino che, sgorgando da una parete verticale, dà vita a una cascata di oltre 130 metri attiva in primavera, quando la falda acquifera contenuta in un sistema di cavità ancora sconosciute s’innalza con lo scioglimento delle nevi in quota. L’acqua, in effetti, è uno degli elementi che più caratterizza la riserva tutta: scorre dentro la montagna, s’insinua in pozzi e doline, si spinge tra le rocce calcaree, riempie grotte per poi riaffiorare in copiose sorgenti. Tratto da Appennino.tv".
IL parco naturalistico dello Zompo lo Schioppo è visitabile durante tutto l’anno, ma certamente in primavera è spettacolare quando l’omonima cascata è nel pieno della magnificenza e con il fragore che sprigiona l’acqua all’impatto al suolo.
Dove andremo?
Riserva Regionale Zompo Lo Schioppo, Via Provinciale, Morino, AQ, Italia
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